cultura

recensione Ricordi?

Ricordi? è una lunga grande storia d’amore, raccontata per tutto il film solo attraverso i ricordi, più o meno falsati dagli stati d’animo, dal tempo, dalle differenze di punto di vista, dei giovani protagonisti. Racconta il viaggio di 2 persone negli anni: insieme e divise, felici, infelici, innamorate tra loro, innamorate di altri, visto in un unico flusso di colori e emozioni. I due si conoscono raccontandosi fantasiosi episodi d’infanzia. Anche la festa in cui si incontrano è ricordata, e in 2 versioni: il mondo di lui, malinconico, quello di lei allegro e ancora incantato. Passano gli anni. Lo sguardo di lui si trasforma, si alleggerisce. Quello di lei matura, si fa più complesso e più scuro. Il rapporto che sembrava consolidarsi rischia di perdere magia. Inizia una crisi. Nel corso del film i 2 ragazzi crescono e cambiano: lui scopre che è possibile un amore che dura nel tempo, lei impara la nostalgia. Con la distanza le immagini di questa relazione, come quelle dell’infanzia, di un lutto, di un’amicizia tradita, di una grande gioia, si modificano. Si saturano di emozione, o invece sbiadiscono, si cancellano, finché, riesumate da un profumo, da una parola, riemergono forti, in un presente che scivola via per farsi subito memoria. Tutto il film, oltre che d’amore, parla dei ricordi che si formano in modo diverso in base agli stati d’animo di ognuno e cambiano con il tempo. Il film racconta una relazione d’amore di due persone con visioni del mondo e del ricordo diverse: per lui la memoria mente, abbellisce una realtà insopportabile. Per lei svela invece la meraviglia delle cose, come le vedremmo se riuscissimo a essere davvero presenti mentre viviamo. Anche l’evoluzione dei personaggi negli anni è raccontata attraverso ricordi. Quelli di lei, all’inzio incantati, si fanno più cupi, fino a che un ricordo quasi fiabesco è diventato crudo quando lei lo rievoca da adulta. L’inverso vale per i ricordi di lui, che grazie all’amore per lei si fanno più leggeri: quando siamo più sereni ricordiamo episodi diversi, o sfumature diverse degli stessi episodi. Il ricordo sopporta vari gradi di realismo. Un ricordo d’infanzia, che magari è stato fondante nella nostra formazione, è probabile che abbia un’atmosfera e talvolta addirittura un contenuto, più prossimo al sogno che alla semplice registrazione della realtà. La stessa cosa può succedere con ricordi particolarmente intensi: per esempio un momento di sofferenza o di grande gelosia può distorcere ed esasperare dettagli che all’epoca ci erano parsi insignificanti. L’altro tema importante è quello del tempo. L’idea che il presente sia già passato nel momento in cui lo si nomina, e quindi non esista, non è nuova. Non lo è nemmeno quella opposta secondo cui solo il presente è reale, sono il passato e il futuro ad essere  costrutti della nostra mente. Ma qui il punto è che queste 2 tesi filosofiche sono incarnate dalle psicologie dei personaggi. Per lui, ancorato al passato, è il presente a non esistere. Per questo non vive pienamente. Ma al tempo stesso lui ha una profondità che manca a lei, che invece non conosce la nostalgia e per cui l’astrazione sono casomai il passato e il futuro.

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