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cosa vedere a Vipiteno (prima parte)

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Vipiteno è la perla del sudtirol ed ha molto da offrire in locali e soprattutto cultura:

LA CITTÀ VECCHIA

Mostra probabilmente l’origine architettonica di Vipiteno. Qui si trova il borgo originario della futura cittadina, dove è stata costruita l’ancora esistente Cappella di S.Giovanni (sconsacrata) e l’Albergo Krone (corona). insieme all’edificio Färbe il complesso è uno dei più antichi di Vipiteno. Oggi l’albergo, come il centro storico rimanente, si è trasformata in un piccolo paradiso dello shopping. La Città Vecchia, che originariamente ospitava botteghe e artigiani, oggi è sede di negozi moderni, bar e ristoranti. Il piano urbanistico medievale, in contrasto con la Città Nuova, è ancora molto evidente. La via è stretta, la luce è bassa e la distanza tra le facciate elle case di fronte è minore rispetto alla CIttà Nuova.

CHIESA DI S.SPIRITO

È una delle chiese gotiche meglio conservate di tutto l’Alto Adige. Al tempo del medioevo apparteneva alla struttura ospitale che dava vitto e alloggio a forestieri e pellegrini. È caratterizzata all’esterno da un campanile pensile ed è di grande interesse artistico anche all’interno. Il ciclo di affreschi della chiesa di S.Spirito rappresentano l’Annunciazione, l’Orto degli ulivi, il Bacio di Giuda, Cristo davanti a Pilato, l’incoronazione di spine, la Flagellazione, la Resurrezione di Cristo e sulla parete ovest il Giudizio finale. Nelle volte sono inseriti medaglioni e riquadri in cui sono rappresentate le figure di Profeti e Padri della chiesa e i simboli degli Evangelisti. Stilisticamente, gli affreschi sono fortemente influenzati dalle opere di Giotto e ricordano lo stile della Cappella degli Scrovegni a Padova. I Maestri di Brunico hanno saputo coniugare abilmente lo stile internazionale morbido con le forme stilistiche di Giotto, che ha influenzato a lungo l’area altoatesina. Sulla parete ovest, che è dedicata al Giudizio Finale, si trovano anche classici temi medievali. Raccogliendo l’eco della polemica dei movimenti pauperistici contro la ricchezza terrena della chiesa, l’artista ha inserito tra i dannati diverse religiosi: chierici con la tonsura, un papa e due cardinali con il capo le mitrie della dignità pastorale da loro tradita.

LA CITTÀ NUOVA

È la parte più caratteristica e celebrata della città, una delle più belle strade di tutto il tirolo storico. La costruzione dei portici caratteristici e le facciate delle case dominano l’aspetto fino ad oggi. I portici erano utilizzati per l’esposizione della merce e offrivano protezione dalla pioggia. Le facciate ampie delle case e anche i muri tagliafuoco dovevano impedire il propagarsi del fuoco al tetto. Le facciate sono spesso relativamente strette, larghe pochi metri, perché nel Medioevo l’imposta veniva calcolata sulla larghezza della facciata. La lunghezza invece era di 40-50 metri e con l’orto raggiungeva non raramente le mura della città. per inondare gli spazi abitativi centrali con la luce, si è creato un cortile. Questo stile tipico è ancora chiaramente visibile in numerose case, come la casa Kolping, la casa Stembach e la casa Flamm. Un’altra importante caratteristica del nuovo paesaggio urbano è il bovindo. Difficilmente si può trovare una facciata che non ne possieda almeno uno. Il bovindo era una fonte luminosa, poiché nelle case entrava solo luce dalla facciata. Ampliando inoltre lo spazio permetteva una magnifica vista sulla via centrale. Queste caratteristiche strutturali sono accoppiate con le insegne storiche delle locande, le composizioni floreali in estate e il monumento di S.Giovanni Nepomuceno, che è stato eseguito col marmo bianco della zona nel 1739 e si trova di fronte al municipio e veglia la città.

IL MUNICIPIO

Il Municipio di Vipiteno è un vero gioiello dei palazzi civili del Tirolo. Nell’atrio, dove si aprono le finestre ad arco sulla parete sud, sono esposti i vari oggetti del museo sulla storia locale. Dall’atrio al primo piano, la porta ad ovest conduce alla sala consiliare gotica, nella quale ancora oggi, si riunisce il consiglio comunale. La camera è completamente rivestita in legno e attrezzata con sedili a parete. La grande stufa in maiolica del’600 è l’unico modo per riscaldare la stanza. Le vetrate esagonali lasciano entrare solo luce soffusa in sala. Nel cortile, alla fine della galleria al piano terra, ci sono reperti di storia dell’insediamento romano. Una copia della Stele del Dio Mitra testimonia il famoso culto misterico che veniva praticato da molti soldati romani. Il rilievo calcareo mostra la divinità persiana durante l’uccisione del toro e, sul bordo, nelle scene più piccole, la leggenda di Mitra. la pietra miliare adiacente testimonia l’ampliamento della strada romana lungo la linea del Brennero.

 

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