Dubbio non c’è. Firenze è capitale dell’arte e della bellezza tant’è cospicuo, quasi bulimico il suo patrimonio di quadri e affreschi e sculture e artefatti di qualsivoglia tipo. Qui si inseguono i maestri primitivi, i grandi nomi dell’Umanesimo e del Rinascimento, i protagonisti della Maniera e del Seicento, i Macchiaioli e i Realisti magici. La città, cui i Medici dettero un’intramontabile impronta, raduna i suoi monumenti in un centro raccolto che stupirà a ogni angolo e si percorre a piedi con facilità. Da dove cominciare? Be’, per non far torto a nessuno dal Duomo, la Cattedrale di Santa Maria del Fiore: progetto originale di Arnolfo di Cambio campanile di Giotto, cupola-capolavoro di Brunelleschi, fine delle opere nel 1436. Di fronte ha il Battistero di San Giovanni con i rilievi delle porte creati da Lorenzo Ghiberti che, stando al Vasari, Donatello e Brunelleschi, reputavano che “era migliore maestro di loro nel getto”. Poi ecco Masaccio e il suo poderoso affresco Trinità, Maria e committenti che a Santa Maria Novella ma anche con i dipinti della cappella Brancacci a Santa Maria del Carmine rinnova il senso dello spazio a due dimensioni. Il Museo di San Marco è il regno del Beato Angelico coronato da un’Annunciazione e una Crocifissione che tolgono il respiro per la mistica koinè. Dappertutto si scoprono Cenacoli e Annunciazioni, il geni plastico di Michelangelo rifulge, con sculture e tele nella Galleria dell’Accademia, nelle Cappelle Medicee, al Museo del Bargello, a Palazzo vecchio, e ora nell’appena restaurato Stanzino dietro all’altare di San Lorenzo, chiesa nella quale Verrocchio è protagonista con il ricamatissimo Monumento funebre a Giovanni e Piero De Medici. Oltrarno, a Palazzo Pitti, imperano Tiziano e Raffaello, ma pure i Macchiaioli con Fattori, Lega e Signorini, e poi il Neoimpressionismo di Boldini e il Futurismo. Caso a sé fanno gli Uffizi, uno dei massimi musei al mondo e forse per la pittura il massimo. Sale su scale di opere inestimabili per ubriacarsi di bellezza.