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Formentera, cosa vedere nell’isola spagnola

isola spagnola

Ci sono molte cose da vedere a Formentera:

Chiesa di Sant Francesc Xavier: l’aspetto di questo tempio è sobrio e lo spessore dei suoi muri ricorda la sua funzione di fortificazione contro le invasioni. Da notare la porta rivestita di lastre di ferro. La costruzione della chiesa, situata nella capitale dell’isola di fronte al Consell Insular, è stata ultimata nel 1738;

Cappella di Sa Tanca Vella: Costruita nella seconda metà del XIV secolo e dedicata a San Valerio, questa cappella è di piccole dimensioni ed è coperta da una volta a botte o cilindrica. Si trova nel paesino di Sant Francesc Xavier e dal 1986 è diventata proprietà municipale;

Insediamento megalitico di Cap de Barbaria: le zone archeologiche di Cap de Barbaria testimoniano che questa parte dell’isola è stata diversamente popolata intorno al 1600-1000 A.C. Si tratta di tre diverse zone archeologiche in cui sono avvenuti ritrovamenti significativi, come ceramiche, ossi e un pezzo di bronzo;

Castello romano di Can Blai: Resti di una fortificazione rettangolare con una torre in ogni angolo più un’altra per sorvegliare l’entrata. la sua ubicazione al km 10 tra la Savina e La Mola e in zona sopraelevata, dimostra la volontà degli abitanti di controllare tutta la costa;

Molí veli de La Mola: è uno dei sette mulini a vento per macinare il grano che sono stati in funzione sull’isola. La sua presenza è documentata fin dal 1778 e il mulino conserva attualmente sia l’aspetto che il macchinario interno originali. È possibile visitarlo durante la stagione estiva.

Molí d’en Botigues: si trova a La Mola, a poca distanza a ovest del precedente. Ha smesso di molare nel 1950.

Molí de ses Roques: Nel 1936 ha smesso di molare, nel decennio del 1960, è stato adattato ad alloggio e annesso a una casa di nuova costruzione.

Molí d’en Teuet: è stato il primo mulino a vento di Formentera. Ha smesso di molare nel 1964.

Molí d’en Mateu: è il più vicino alla chiesa di Sant Francesc Xavier. Ha smesso di molare nel 1950.

Molí d’en Jeroni: è il più occidentale, situato nella parte più alta della collina rocciosa. Ha smesso di molare nel 1950.

Molí d’en Simon: si trova a Es Cap de Barbaria, attualmente si conservano solo piccole tracce del punto dove di ergeva il mulino.

Insediamento megalitico di Ca Na Costa: Insediamento funerario ampiamente utilizzato per molti anni, approssimativamente tra il 2000 e il 1600 A.C. la sua presenza dimostra che sull’isola esisteva già una popolazione stabile alla fine del terzo millennio A.C. È composto da una camera sepolcrale centrale delimitato da grandi lastre, tre cerchi concentrici di pietre, vari raggi che fungono da contrafforte e un corridoio di accesso.

Architettura urbana: si è formata negli anni e i nuovi edifici del 1920 e 1930, sono sempre stati orientati verso le vie di accesso e sono caratterizzati dal fatto che presentano aperture più grandi e ricche di elementi decorativi che vengono spesso dipinti in azzurro o marrone. Ne sono un buon esempio il Bar Centro, la Fonda Plater o Can Manolo, tutti a Sanr Francesc Xavier. 

Chiesa di Sant Ferran de ses Roques: È la più piccola delle 3 chiese parrocchiali. È caratterizzata da una pianta a croce latina, con due cappelle situate a entrambi  i lati del presbiterio.

Chiesa di El Pilar de la Mola: a pianta rettangolare e con una sola navata, è coperta da una volta a botte e la casa del rettore si trova addossata al lato nord-est. È l’unica chiesa di Formentera che presenta un portico a protezione della porta di ingresso.

Faro di Es Cap de Barbaria: si trova nell’estrema parte sud-occidentale dell’isola. L’edificio è composto da una torre di cemento rotonda. Il riflettore superiore produce fasci di luce bianca ogni 15 secondi, con una portata di 18 miglia. Il suo riflettore luminoso si eleva a 78 metri sopra il livello del mare. A poca distanza si trova la Torre des Garroveret, che protesse l’isola dagli invasori.

Faro di La Mola: il più antico di Formentera, si trova all’estremità orientale dell’isola, su scogliere alte più di 120 m. Vicino al faro troviamo un monolite dedicato allo scrittore Jules Verne. ha smesso di funzionare solo in 2 occasioni, durante la Guerra Civile spagnola e la Guerra delle Filippine. 

Faro di la Illa d’en Pou: si trova su una piccola isoletta dell‘isola di S’Espalmador chiamata Illa d’es Porcs. Il faro ha due parti differenti, da un lato la torre e il faro e dall’altro un edificio a pianta rettangolarecoperto da tegole che fungeva da alloggio per i guardiani del faro e le loro famiglie. Emette lampi di luce ogni 20 secondi e con una portata di undici miglia. La sua lampada si eleva a 28 metri sopra il livello del mare.

Torri di difesa costiere: L’isola ha molte torri che si trovano in punti strategici e visivamente comunicanti tra loro. La Torre de Sa Guardiola, si trova nell’isola di S’Espalmador ed è stata la prima ad essere costruita. successivamente ne vennero costruite altre 4: quella di Sa Punta Prima, di La Gavina, di Es Cap de Barbaria e di Es Pi des Català. Tutte hanno la stessa tipologia di pianta circolare e due livelli, con accesso dal secondo per motivi di sicurezza.

Colonia penitenziaria di Formentera: campo di prigionieri repubblicani, conosciuto anche come Es Campament, che costituisce una delle testimonianze materiali della repressione franchista del dopoguerra a Formentera. Arrivò ad ospitare più di un migliaio di detenuti provenienti da diversi luoghi delle Isole Baleari e del resto dello stato. Attualmente si conservano ancora i resti dei muri che la delimitavano, i pavimenti di alcune zone e 3 pozzi.

Camí de Sa Pujada: Costituisce una piccola parte del sentiero che anticamente collegava la chiesa de Sant Francesc Xavier con La Mola. È un tratto lungo circa 900 m che sale costeggiando le scogliere dell’estremità nord-orientale dell’altopiano di La Mola. Presenta un forte dislivello, motivo per il quale venne pavimentato in alcun tratti per evitarne il deterioramento.

Pietre di confine: Costituiscono, insieme ai muri a secco, un sistema per segnalare i confini delle proprietà. Possono essere di diverso tipo: croci intagliate nella roccia, merlature di pietra e malta oppure, le più comuni, gruppi di 3 piccole lastre seminterrate, collocate in parallelo e in posizione verticale.

Muri a secco: sono un altro elemento rappresentativo della campagna di Formentera. Hanno diverse funzioni: delimitare proprietà, separare zone destinate a usi diversi, proteggere la vegetazione dal vento e contribuire a conservare le pietre eliminate dai campi per renderli coltivabili. In definitiva, una testimonianza di come l’uomo abbia modellato e ordinato il paesaggio nel corso degli anni sfruttando una delle risorse più abbondanti offerte dall’ambiente formenterese: la pietra.

Case tradizionali: case piccole, create dall’addossamento di volumi cubici, con coperture piane e impermeabilizzate con argilla, canaline per l’evacuazione dell’acqua piovana e piccole finestre. Solo successivamente, le coperture piane cominciarono a essere sostituite da tegole disposte su due superfici, mentre le finestre erano sempre più grandi.

Cisterne e serbatoi: Le prime costruite nel tempo consistevano in un deposito circolare o a forma di pera scavato nella terra, mentre i serbatoi erano caratterizzati da uno scavo rettangolare ricoperto con una volta a botte. In entrambe i casi le aperture erano protette da una cappella, un altro elemento caratteristico del paesaggio dell’isola.

Pozzi: Anche se si trovavano in tenute di proprietà privata, la popolazione dei dintorni poteva accedervi per l’approvvigionamento di acqua. Alcuni di questi pozzi presentano solo un piccolo bordo in pietra, mentre in altri casi, in quelli più evoluti, il bordo era più alto e rifinito coprendo la parte superiore, formando una specie di cappella simile a quella dei serbatoi e delle cisterne.

Norie: erano sitemi meccanici azionati dalla trazione animale che consentivano di estrarre quantità importanti di acqua che veniva conservata in stagni, dai quali veniva distribuita, tramite canalizzazioni, alle zone di irrigazione. Inesistenti nell’area più elevata dell’isola, a causa della profondità di scavo necessaria per raggiungere il livello freatico, sono relativamente abbondanti vicino agli stagni e nella zona di Ses Clotades e Es Carnatge. L’acqua estratta e conservata con questi mezzi consentiva piccole coltivazioni di ortaggi, in contrasto con l’agricoltura pluviale predominante nell’isola, prima fra tutte la coltivazione di cereali, soprattutto grano e orzo. Un esempio rappresentativo è quella che si può osservare nella tenuta pubblica di Can Marroig. 

 

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